L’esposizione continua al bisfenolo A (BPA) aumenta il rischio di tumore al fegato. E, in particolare, se viene assunto in gravidanza, il piccolo potrebbe essere maggiormente predisposto allo sviluppo di cancri in età adulta.
Che in alcuni casi la plastica fosse pericolosa lo si sapeva da tempo. Ma una nuova ricerca mette in luce l’alto rischio di tumore quando si usano di frequente alimenti chiusi in confezioni contenente il bisfenolo A, alias BPA, contenuto negli involucri plastificati.Che in alcuni casi la plastica fosse pericolosa lo si sapeva da tempo. Ma una nuova ricerca mette in luce l’alto rischio di cancro quando si usano di frequente alimenti chiusi in confezioni contenente il bisfenolo A, alias BPA, contenuto negli involucri plastificati.
A suggerirlo sono stati alcuni ricercatori dell’Università del Michigan che, in merito ai loro studi appena condotti, sono riusciti a dimostrare l’esistenza di un legame tra una dieta con “contorno” di BPA nelle giovani donne e il rischio di tumore nei loro figli.
Lo studio, eseguito su modello animale e coordinato dalla studentessa Caren Weinhouse della Scuola del Dipartimento di Scienze della Salute Ambientale della Sanità Pubblica dell’Università del Michigan, ha evidenziato il pericolo nel 27 per cento dei topi esposti a tre diverse dosi di BPA, attraverso la dieta della madre. Tale percentuale ha fatto sì che si sviluppassero tumori del fegato o lesioni pre-cancerose. La probabilità era direttamente proporzionale al rischio di sviluppare un tumore.
Le madri che avevano ricevuto il dosaggio più elevato, ovvero 50 milligrammi di BPA per ogni chilo di peso corporeo, si sono dimostrate essere sette volte più esposte al pericolo di sviluppare un tumore, rispetto alle mamme che non erano esposte al BPA.
Per arrivare a tali conclusioni, i ricercatori hanno alimentato per 6 settimane i topi femmine con alimenti che contenevano dosi normalmente riscontrabili nei cibi che si acquistano. La dieta è stata fornita durante l’accoppiamento, in gravidanza e durante l’allattamento. La prole è poi stata seguita per dieci mesi.
Si può dunque affermare che la prole sia stata esposta sin dai primi attimi di vita e che quindi l’effetto potrebbe risultare differente se l’esposizione avesse coinvolto esclusivamente un adulto.
Il Bisfenolo A, è una delle sostanze che si trova con maggior probabilità nella plastica per alimenti, ma è contenuto anche nelle lattine e persino negli scontrini della spesa.
Ricordiamo che alcuni tipi di materiali, come quelle usato per le bottigilie (PET) non contiene il BPA. Però lo contengono tutti i contenitori in policarbonato e quindi anche certi biberon potrebbero essere a rischio, anche se dopo l’allarme lanciato alcuni anni fa le aziende produttrici dovrebbero averli eliminati dal commercio.
Per approfondimenti, si può leggere l’intero studio sulla rivista Environmental Health Perspectives.